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Valutazione Cognitiva nella Demenza

La Valutazione Cognitiva Nella Demenza

a cura di dott.ssa Roberta Ranaldi

La memoria non va, fa fatica a concentrarsi, sembra confuso

Questo è spesso il modo in cui il caregiver, per lo più marito o moglie del paziente, descrive il proprio caro attivandosi per comprendere cosa stia accadendo.

Per un corretto inquadramento diagnostico e conseguente adeguato progetto riabilitativo dei casi di sospetto decadimento cognitivo, dovrà aver luogo:

  1. Valutazione clinica: raccolta anamnestica, esame obiettivo generale e neurologico, valutazione dello stato mentale e funzionale

  2. Valutazione strumentale e psicometrica: esami di laboratorio e strumentali (tac, MRI…), esame del liquor, neuroimaging funzionale (PET, SPECT), EEG, test neuropsicologici.

Si comprende come debbano cooperare diversi professionisti per la definizione del problema e il ruolo del neuropsicologo diviene cruciale. A lui è infatti demandato il compito di svolgere quel complesso di attività volte alla raccolta quantitativa e qualitativa di informazioni circa lo stato mentale e funzionale del paziente. Questa attività si chiama valutazione neuropsicologica.

Cosa viene valutato?

In un’ottica biopsicosociale, la valutazione neuropsicologica è Multidimensionale: ad essere  indagate sono molteplici dimensioni quali lo stato fisico oltre che cognitivo e affettivo, lo stato funzionale e socio-economico-ambientale. Pertanto la valutazione non è sola somministrazione di test, i quali di per sé non fanno diagnosi, ma tale valutazione quantitativa deve  essere integrata con quella qualitativa

Somministrazione di test

Il neuropsicologo svolge certamente un lavoro ancillare, omologato a quello dei tecnici di laboratorio, consistente nella somministrazione di molti test (Spinnler, 2005).

Utilizzando strumenti valutativi standardizzati , si può confrontare il punteggio ottenuto dal pazienti con persone di età, sesso e scolarità uguale e ottenere un dato quantitativo circa il grado di deterioramento delle funzioni cognitive.

Facciamo un esempio pratico citando il più diffuso test di Screening usato per il deterioramento cognitivo il Mini-Mental State Examination, o MMSE (Folstein et al., 1975) chiamato da tutti semplicemente Mini-Mental.  Ipotizziamo che una persona ottenga un punteggio corretto pari a 20 nel Mini-Mental, noi sappiamo che quel punteggio è più basso del punteggio medio ottenuto dai soggetti che non sono affetti da alcun tipo di patologia. Possiamo quindi dire che quel punteggio di 20 può essere indicativo di un lieve decadimento cognitivo perché in media le persone che hanno la stessa età e la stessa istruzione ottengono un punteggio maggiore.

Valutazione qualitativa

Il colloquio neuropsicologico approfondito con il paziente e suo caregiver, l’osservazione, la raccolta anamnestica e le interviste al caregiver, sono elementi essenziali e determinanti per inquadrare i casi che si presentano e poter formulare l’ipotesi di demenza e pianificare un progetto riabilitativo adatto al caso specifico.

Nel colloquio neuropsicologico viene presa in considerazione la storia sintomatica, le condizioni mediche generali del paziente, la condizione psicosociale e ambientale e la valutazione globale del funzionamento emotivo, mentale, comportamentale, relazionale e l’immagine di sé della persona.

Colloquio e osservazione si fondono insieme permettendo una valutazione qualitativa dell’ individuo

Attraverso le Interviste al caregiver, vengono valutate le autonomie della vita quotidiana e del comportamento

Come avviene la valutazione?

La valutazione avviene in un minimo di due incontri volti a inquadrare il caso specifico e a delineare un profilo neuropsicologico.

Al primo incontro, paziente e caregiver vengono accolti dal neuropsicologo che procederà con il colloquio neuropsicologico, interviste al caregiver e un primo screening sul funzionamento cognitivo.

Al/ai successivo/i incontro/i, si procede con l’approfondimento testistico mediante somministrazione di test specifici per valutare le singole funzioni cognitive, si indagano quindi:

  1. memoria

  2. attenzione

  3. funzioni esecutive

  4. linguaggio

  5. abilità prassiche e percettive

confrontando i punteggi ottenuti dal paziente con una popolazione ‘normale’ di controllo.

Il referto dettagliato consegnato al termine degli incontri, rappresenta l’esito della valutazione neuropsicologica: sia come punto di partenza per le successive valutazioni neuropsicologiche, che come base per impostare il progetto riabilitativo.

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